Composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa 26 Ottobre 2021 – Posted in: News – Tags: , , ,

26 ottobre 2021

avv. Augusto Vacca

avv. Silvia Sulli

 

È stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 254 del 23 ottobre 2021 la Legge 21 ottobre 2021, n. 147, con cui è stato convertito, con modificazioni, il D.L. 118/2021 recante misure urgenti in materia di crisi d’impresa e di risanamento aziendale, nonché ulteriori misure urgenti in materia di giustizia.

Tale provvedimento legislativo, oltre a confermare il rinvio al 16 maggio 2022 della data di entrata in vigore del Codice della Crisi d’Impresa, di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo, ha introdotto nel nostro ordinamento l’istituto della “Composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa”.

Si tratta di un nuovo strumento ideato per supportare le imprese che, pur essendo in difficoltà, possono ancora essere risanate ovviando al fallimento.

Tale strumento, che diverrà operativo a tutti gli effetti dal prossimo 15.11.2021, è rivolto agli imprenditori commerciali e agricoli che si trovano in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che ne rendono probabile la crisi o l’insolvenza. Esso potrà essere attivato, su base volontaria, attraverso la presentazione di un’istanza al segretario generale della CCIAA (Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura) nel cui ambito territoriale si trova la sede legale dell’impresa, richiedendo la nomina di un esperto indipendente.

A tal fine, sarà approntata una lista di esperti indipendenti idonei a condurre la procedura, che verranno di volta incaricati da un’apposita commissione istituita presso ciascuna CCIAA. Sarà, altresì, resa operativa una piattaforma telematica nazionale sulla quale saranno rese disponibili indicazioni operative per la redazione del piano di risanamento, un test pratico per la verifica della ragionevole perseguibilità del risanamento e un protocollo di regole sulla conduzione della composizione negoziata. Secondo le intenzioni del legislatore, l’esperto dovrà essere terzo ed indipendente rispetto all’impresa richiedente e dovrà agevolare le trattative tra l’imprenditore, i creditori ed eventuali altri soggetti interessati, al fine di individuare una soluzione per il superamento delle condizioni di difficoltà che hanno determinato l’apertura del procedimento.

L’imprenditore che deciderà di attivare la procedura potrà chiedere al Tribunale competente l’applicazione di misure protettive in grado di garantire che, in pendenza di essa, i creditori non possano acquisire diritti di prelazione, né iniziare o proseguire azioni esecutive o cautelari sul suo patrimonio o sui beni e sui diritti con i quali viene esercitata l’attività d’impresa, con l’unica eccezione dei diritti di credito vantati dai lavoratori. Inoltre, fino alla conclusione delle trattative o all’archiviazione dell’istanza di composizione negoziata, non potrà essere pronunciata sentenza dichiarativa di fallimento o di accertamento dello stato di insolvenza dell’impresa e sarà sospesa l’applicabilità, nei confronti dell’imprenditore, di alcuni obblighi disposti dalla legge (articoli 2446, secondo  e  terzo comma, 2447 e articoli 2484, primo comma, numero 4 c.c. per le s.p.a. e le s.a.p.a e articoli 2482bis, quarto, quinto e sesto comma, 2482ter e 2545duodecies c.c. per le s.r.l.) in tema di riduzione del capitale per perdite anche al di sotto del limite legale. La legge, infine, appronta anche delle misure premiali di natura tributaria per l’imprenditore che attivi la procedura.

Nel corso della procedura, l’imprenditore conserverà i poteri di amministrazione ordinaria e straordinaria dell’impresa, ma dovrà gestirla in modo da evitare un pregiudizio alla sostenibilità economico-finanziaria dell’attività, dovendo preventivamente informare l’esperto solamente in casso di compimento di atti di straordinaria amministrazione o di esecuzione di pagamenti che non risultino coerenti rispetto alle trattative o alle prospettive di risanamento dell’impresa.

Pare importante precisare che, ai sensi della legge in commento, gli atti, i pagamenti e le garanzie posti in essere dall’imprenditore nel periodo successivo all’accettazione dell’incarico da parte dell’esperto non potranno essere assoggettati all’azione revocatoria, purché coerenti con l’andamento e lo stato delle trattative e con le prospettive di risanamento esistenti al momento in cui gli stessi sono stati compiuti.

Il Tribunale potrà, altresì, autorizzare l’imprenditore o una o più società appartenenti ad un gruppo di imprese a contrarre finanziamenti prededucibili.

La legge individua una serie di possibili esiti alternativi della procedura, a seconda che l’imprenditore, con il supporto dell’esperto, addivenga o meno ad una soluzione idonea al superamento della crisi.

In particolare, individuata una soluzione idonea, l’imprenditore potrà alternativamente:

a) concludere un accordo con uno o più creditori idoneo ad assicurare la continuità aziendale per un periodo non inferiore a due anni;

b) concludere una convenzione di moratoria ai sensi dell’articolo 182octies della c.d. “Legge Fallimentare” (i.e. regio decreto 16 marzo 1942, n. 267), anch’esso introdotto dal D.L. 118/2021;

c) concludere un accordo con uno o più i creditori e l’esperto che produrrà gli effetti di cui all’articolo 67, terzo comma, lettera d), della Legge Fallimentare, ossia del c.d. “piano attestato di risanamento”, ma senza necessità dell’attestazione prevista dalla citata norma.

Qualora la procedura non sia stato possibile raggiungere una soluzione, l’imprenditore, all’esito delle trattative, comunque potrà:

  • domandare al Tribunale l’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti ai sensi degli articoli 182bis e seguenti della Legge Fallimentare, seppur con alcune peculiarità;
  • proporre la domanda di concordato semplificato per la liquidazione del proprio patrimonio secondo le modalità e le caratteristiche individuate dalla medesima legge oppure accedere ad una delle altre procedure allo stato disciplinate dalla Legge Fallimentare.

In definitiva, il nuovo strumento varato dal legislatore è, almeno nelle intenzioni, finalizzato ad incentivare l’emersione anticipata della crisi su istanza dello stesso imprenditore che si trovi nelle condizioni richieste dalla legge, in modo da conseguire, ove possibile, il risanamento dell’impresa.

Oltre alla novità in sé e per sé della procedura, tale strumento presenta un’importante peculiarità che potrebbe caratterizzare futuri interventi normativi anche in ambiti diversi rispetto a quello fallimentare e para-fallimentare; esso, infatti, seppur pensato per operare sul piano negoziale, prevede delle incursioni spot da parte della magistratura ordinaria, la quale è chiamata ad intervenire e pronunciarsi solamente su snodi cruciali della procedura in presenza di specifica richiesta dell’imprenditore (i.e. ammissione al godimento delle misure protettive, autorizzazione a contrarre finanziamenti, etc.).

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En el Boletín Oficial núm. 254 del 23 de octubre de 2021, se publicó la Ley núm.147 del 21 de octubre de 2021, por la que se convierte el Decreto Ley núm. 118/2021, con modificaciones, que contiene medidas urgentes en materia de crisis empresariales y saneamiento de empresas, así como otras medidas urgentes en materia de justicia.

Esta medida legislativa, además de confirmar el aplazamiento al 16 de mayo de 2022 de la fecha de entrada en vigor del Código de Crisis Empresarial, del que ya hablamos en un artículo anterior,  introdujo en nuestro ordenamiento jurídico la institución de la “Composizione negoziata per la soluzione della crisi d’impresa”, es decir el acuerdo negociado para la solución de crisis empresariales.

Se trata de un nuevo instrumento destinado a sostener a las empresas que, a pesar de encontrarse en un estado de dificultad, pueden recuperarse evitando la quiebra.

Esta medida, que será plenamente operativa a partir del 15 de noviembre de 2021, está dirigida a los empresarios comerciales y agrarios que se encuentren en condiciones de desequilibrio financiero o económico por las que sea probable la crisis o la insolvencia. Puede activarse, de forma voluntaria, presentando una solicitud al Secretario General de la CCIAA (Cámara de Comercio, Industria, Artesanía y Agricultura) donde se encuentra el domicilio social de la empresa, pidiendo el nombramiento de un experto independiente.

Para ello, se elaborará una lista de expertos independientes adecuados para llevar a cabo el procedimiento, que serán designados caso por caso por una comisión creada en cada CCIAA. Además, se pondrá en funcionamiento una plataforma electrónica nacional en la que se facilitarán indicaciones operativas para la elaboración del plan de recuperación, una prueba práctica para la verificación de la búsqueda razonable de la recuperación y un protocolo de normas sobre el desarrollo del acuerdo negociado. Según la intención del legislador, el experto deberá ser tercero e independiente de la empresa solicitante y deberá facilitar las negociaciones entre el empresario, los acreedores y cualquier otra parte interesada, con el fin de identificar una solución para superar las difíciles condiciones que determinaron la apertura del procedimiento.

El empresario que decida iniciar el procedimiento podrá solicitar al tribunal competente la aplicación de medidas de protección para que, mientras esté pendiente el procedimiento, los acreedores no puedan adquirir derechos de tanteo, ni iniciar o continuar acciones ejecutivas o cautelares sobre su patrimonio o sobre los bienes y derechos con los que se desarrolla la actividad empresarial, con la única excepción de los derechos de crédito reclamados por los trabajadores. Además, hasta la conclusión de las negociaciones o el archive de la solicitud de convenio negociado, no podrá dictarse ninguna sentencia que declare la quiebra de la sociedad o que establezca su estado de insolvencia y se suspenderá la aplicabilidad al empresario de determinadas obligaciones establecidas por la ley (artículos 2446, párrafos segundo y tercero, 2447 y 2484, párrafo primero, número 4 del Código Civil para las s.p.a y las s.a.p.a. y artículos 2482bis, párrafos cuarto, quinto y sexto, 2482ter y 2545duodecies del Código Civil italiano para las s.r.l.) sobre la reducción del capital por pérdidas incluso inferiores al límite legal. Por último, la ley también prevé incentivos fiscales para los empresarios que inicien el procedimiento.

Pendiente el procedimiento, el empresario conservará las facultades de administración ordinaria y extraordinaria de la empresa, pero deberá gestionarla de forma que no se ponga en peligro la sostenibilidad económico-financiera de la misma, debiendo informar previamente al experto sólo en el caso de que se realicen actos de administración extraordinaria o se ejecuten pagos que no se ajusten a las negociaciones o a las perspectivas de recuperación de la empresa.

Es importante señalar que, según dicha ley, los actos, pagos y garantías realizados por el empresario en el período posterior a la aceptación de la cesión por parte del experto no pueden ser objeto de acción revocatoria, siempre que sean coherentes con la evolución y el estado de las negociaciones y con las perspectivas de saneamiento existentes en el momento en que se realizaron.

El Tribunal también puede autorizar al empresario o a una o varias empresas pertenecientes a un grupo de empresas a suscribir préstamos prededucibles.

La ley identifica una serie de posibles resultados alternativos del procedimiento, en función de que el empresario, con el apoyo del experto, llegue o no a una solución adecuada para superar la crisis.

En particular, una vez que se ha identificado una solución adecuada, el empresario puede alternativamente

  1. a) celebrar un acuerdo con uno o varios acreedores que garantice la continuidad de la actividad durante un período no inferior a dos años;
  2. b) celebrar un acuerdo de moratoria de conformidad con el artículo 182octies de la llamada “Legge Fallimentare” (es decir, el Real Decreto nº 267 de 16 de marzo de 1942), también introducido por el Decreto Ley 118/2021;
  3. c) Celebrar un acuerdo con uno o varios acreedores y el experto que produzca los efectos del artículo 67, párrafo tercero, letra d), de la Ley Concursal, es decir, el denominado “plan de saneamiento certificado”, pero sin necesidad de la certificación prevista en el citado precepto.

Si no ha sido posible llegar a una solución, el empresario, al final de las negociaciones, podrá:

– solicitar al Tribunal la aprobación de un acuerdo de reestructuración de la deuda en virtud de los artículos 182bis y siguientes de la Ley Concursal, aunque con algunas peculiaridades;

– solicitar un concurso de acreedores simplificado para la liquidación de su patrimonio según los procedimientos y características señalados por la misma ley, o acceder a alguno de los otros procedimientos que actualmente regula la Ley Concursal.

En definitiva, el nuevo instrumento puesto en marcha por el legislador está orientado, al menos en sus intenciones, a favorecer la salida anticipada de la crisis a instancias del empresario que se encuentra en las condiciones exigidas por la ley, para conseguir, en la medida de lo posible, la recuperación de la empresa.

Además de la novedad del procedimiento en sí mismo, este instrumento presenta una importante peculiaridad que podría caracterizar futuras intervenciones normativas también en ámbitos distintos de la quiebra; de hecho, aunque está concebido para operar en el plano de la negociación, prevé algunas intervenciones de la magistratura ordinaria, que está llamada a intervenir y pronunciarse sólo en los puntos cruciales del procedimiento ante una solicitud específica del empresario (es decir, la admisión al disfrute de medidas cautelares, la autorización para contratar financiaciones, etc.).